Strumenti per le emozioni - secondo chakra

 Strumenti per le emozioni (chakra sacrale)

Identificazione emotiva

Identificazione emotiva

Da qualche tempo è stato riconosciuto il ruolo delle emozioni nei sintomi e nelle malattie. Per esempio, la principale causa di morte nel mondo occidentale, le malattie cardiovascolari, in genere è associata a una personalità del tipo A, e cioè a una persona che si stressa, si irrita e si innervosisce facilmente. È stato rilevato che i soggetti affetti da malattie coronariche che soffrono anche di ansia corrono un rischio molto elevato di avere un attacco di cuore o di morire. Studiando le cause che provocano questi eventi cardiaci, i ricercatori hanno stabilito che le esperienze emotive negative o la rabbia sul lavoro precedono generalmente tali stati di alterazione nel cuore.

Pertanto, tenendo conto del fatto che le emozioni influenzano direttamente la nostra salute fisica, il rilascio emozionale può essere un modo per promuovere una salute migliore.

Ti sei mai accorto che il pianto è un’attività salutare perché promuove il rilascio emozionale? Un interessante studio dei ricercatori della Nippon Medical School in Giappone ha rivelato che le persone affette da artrite reumatoide che mostrano una maggiore propensione al pianto, in realtà controllano meglio i loro sintomi rispetto a coloro che non hanno la tendenza a piangere. È stato inoltre dimostrato che i soggetti che manifestano la loro rabbia, a volte sperimentano miglioramenti nel dolore cronico di cui soffrono. Quando gli individui affetti da lombalgia inibivano la rabbia che provavano, mostravano una maggiore tensione muscolare, dalla quale facevano più fatica a riprendersi rispetto agli individui che invece esprimevano la loro rabbia. È logico pensare che le emozioni che tratteniamo e che non esprimiamo debbano andare da qualche parte.

Spesso, le emozioni rimangono all’interno dell’organismo, e nei casi sopra descritti, sembravano essersi depositate nelle articolazioni e nei muscoli. Quando le emozioni si accumulano, “sentiamo” qualcosa anche nel nostro corpo! Esprimere le emozioni è un modo per prevenirne l’accumulo nel corpo. Questo concetto è stato illustrato in uno studio condotto su pazienti affetti da tumore al seno allo stadio iniziale. Lo studio prevedeva che le pazienti tenessero giornalmente un diario.

Le donne che hanno messo per iscritto i loro pensieri e sentimenti più profondi riguardo al tumore, o che hanno condiviso riflessioni e sensazioni positive sulla loro esperienza di cancro al seno, hanno visto i loro sintomi fisici diminuire; si sono inoltre sottoposte a un numero inferiore di visite mediche per la cura del tumore rispetto al gruppo di pazienti che si è limitato a descrivere i fatti relativi alla malattia anziché esprimere i sentimenti provati.

Una volta che avrai intrapreso il cammino di guarigione, ti esorterò a prendere confidenza con le tue emozioni al meglio delle tue capacità. Se pensi che questo sia un compito facile, sappi che ogni volta che chiedo alle persone che cosa provano in un momento particolare, ce ne sono sempre alcune che non hanno assolutamente idea di come rispondere a questa domanda. Tendono a filtrare le emozioni con la razionalità per dare loro un senso. In altre parole, intellettualizzano le emozioni per contrastare la sensazione di disagio o per giustificare razionalmente le emozioni provate in modo da poterle controllare. 

Altre persone, quando viene loro posta questa domanda, si limitano a esprimere la loro incertezza stringendosi nelle spalle. Altre ancora danno risposte che non si riferiscono al loro stato emotivo, ma a qualche altro tipo di stato, come una condizione fisiologica (“Ho fame”, “Ho sete”) o un’attività intellettuale (“Mi sto concentrando”, “Sono focalizzato”). Quanto più riesci a identificare con precisione l’emozione che provi, tanto più riuscirai ad affrontarla e a trovare il modo di trasformarla, se questo è quello che vuoi. L’importanza della capacità di identificare le emozioni è stata dimostrata da un’indagine sulle emozioni e il disturbo da alimentazione incontrollata condotta su seicentonovantacinque studenti universitari. I risultati hanno mostrato che la difficoltà a identificare e comprendere gli stati emotivi, associata all’insufficienza di strategie di gestione delle emozioni, contribuisce notevolmente all’insorgere del disturbo da alimentazione incontrollata. Se non riusciamo a dare un senso alle nostre emozioni, e non ci prendiamo il tempo per identificarle, non riusciremo a trovare le soluzioni giuste nel momento in cui le affronteremo.

Il primo passo per scalfire l’iceberg emotivo dentro di noi consiste nell’identificare le emozioni che lo costituiscono. Ci sono diverse scuole di pensiero su come classificare le emozioni. Ritengo che il modo più semplice e più utile sia suddividerle in due categorie: l’amore e la paura. Queste categorie danno origine a diverse manifestazioni.

Amore: gioia, felicità, cura, fiducia, compassione, verità, appagamento, soddisfazione.

Paura: ansia, rabbia, controllo, tristezza, depressione, inadeguatezza, confusione, dolore, solitudine, colpa, vergogna.

Le persone spesso gravitano verso i classici descrittori emotivi felice, triste, lieto e arrabbiato, ma queste parole non sono molto ricche di sfumature e significati. Devi cercare di fare emergere la reale emozione nascosta cercando di individuare le parole che ti consentono di descrivere in maniera precisa quello che senti. Anziché triste, non sarebbe meglio dire che sei deluso, solo, addolorato o gravemente depresso? Invece di dire semplicemente che sei arrabbiato, prova a stabilire un dialogo con questo sentimento di rabbia. Si tratta veramente di rabbia o è solo frustrazione? È delusione o risentimento? Questo continuum emozionale, descritto sia qui che in Appendice A, potrebbe essere terapeutico, dal momento che ti aiuta ad approfondire, esplorare e individuare ciò che realmente provi. Una volta tolto il primo strato emotivo, è facile che ne emergano altri. Solo quando sai cosa provi, puoi danzare con le tue emozioni ed esprimerle in diversi modi: ballando, cantando, facendo arte, utilizzando la voce, piangendo, condividendo con gli altri e tenendo un diario, per fare solo alcuni esempi. Cerca di capire in che direzione ti muovi. È possibile che emozioni diverse debbano essere espresse in modi diversi. Una mia cliente ama fare esercizio fisico quando è arrabbiata o turbata, e tiene un diario se si sente triste o disperata. A un’altra mia conoscente piace ascoltare della musica rilassante quando è preoccupata.

Definizione degli stati emotivi

A volte non è facile trovare il tempo per esprimere le emozioni. Molti dei miei clienti lamentano di non avere abbastanza tempo nel corso della giornata per provare emozioni! Oppure, se si lasciano andare all’emotività, lo fanno in luoghi nei quali sarebbe opportuno non esprimere ciò che sentono. Io ti consiglio di ritagliarti del tempo ogni volta che puoi e, se non puoi esprimerti liberamente, fissa un “appuntamento emotivo”; in tal modo sarai sicuro di riuscire a trovare il tempo per manifestare le tue emozioni. Le emozioni accumulate e inespresse sono come bambini indisciplinati che vogliono solo essere ascoltati. Se non vengono ascoltate, le emozioni iniziano a fare baccano e a creare disturbo attraverso i sintomi fisici ed emotivi. Se pensi di non provare nulla, guardati dentro per vedere se manifesti segni di emozioni represse.

• Fatica. Niente sembra darti energia, nemmeno dormire o rilassarti. L’attività fisica potrebbe darti una sferzata di energia, ma non riesci a trovare la motivazione per muoverti. Nel tentativo di aumentare i livelli energetici, inizi ad avere voglia di zucchero e caffeina, ma queste sostanze hanno il solo effetto di impoverire ulteriormente le tue riserve.

• Depressione. Ti senti giù di morale senza sapere perché, e questa prospettiva cambia la tua percezione dell’esistenza e del tuo stile di vita. I pensieri diventano maggiormente negativi e circolari, e rischi di escluderti dalla vita sociale.

Silenzio scomodo. Ti senti come se fossi sul punto di parlare o di esprimere i tuoi sentimenti, ma non riesci a smettere di piangere, e ti senti fuori controllo. Trattenere le emozioni ti sembra più sicuro dal momento che non sai esattamente cosa potrebbe emergere.

Irritabilità. Se eventi che normalmente non ti farebbero reagire ti rendono impaziente o ti frustrano con estrema facilità, vuol dire che dentro di te c’è un vulcano pronto a eruttare. Trabocchi di emozioni e pertanto non puoi lasciarne entrare altre dentro di te.

Mal di stomaco. Lo stomaco è il centro di lavorazione e trasformazione degli alimenti e il suo stato di salute è un tipico indicatore di come interiorizziamo gli eventi della vita. Quando non riusciamo a digerire le situazioni della nostra vita, o ci rifiutiamo di farlo, l’energia prodotta si blocca, provocando ulcere dolorose e bruciore di stomaco.

Gola costretta. Ciò che vorresti dire, ma non riesci a dire, rimane all’interno del tuo corpo. Dal momento che la gola è il veicolo della voce, quello che non riesci a dire si depositerà in questa zona, formando un groppo o un senso di costrizione alla gola.

Si potrebbe dire che abbiamo bisogno di esercitare i nostri muscoli emozionali proprio come quelli fisici. Connettendoti con il tuo Sé emotivo per iscritto, ti abituerai a identificare le emozioni e ad affrontarle in maniera creativa. Oltre all’elenco di sintomi e malattie, ti suggerirò anche un’emozione che potrebbe essere associata alla causa di fondo del problema. Bada che si tratta solo di un suggerimento. 

L’emozione è una linea guida, un punto di partenza o un trampolino di lancio per la tua rete di sensazioni. Ognuno di noi è unico. Attraverso il processo interiore, potresti scoprire di provare emozioni diverse da quelle elencate, oppure potresti non sentire nessuna delle emozioni indicate e decidere di crearti un tuo elenco personalizzato. Non c’è niente di strano.


Fonte: tratto da guarigione quantica di  Deanna M. Minich

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